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In Macchie di caffè sui miei libri, Stefania Lucchetti invita il lettore in un viaggio profondo e intimo di introspezione attraverso le imperfezioni della vita, trasformate in parole con sguardo contemporaneo e voce archetipica. Ogni poesia è una soglia: un passaggio tra dolore e rinascita, solitudine e desiderio, identità e maternità. Con uno stile che intreccia quotidiano e mitologia, filosofia e sentimento, Lucchetti esplora le complessità delle relazioni umane: dai legami affettivi alle connessioni trasformative con luoghi, arte e lo straordinario. Traendo ispirazione da letteratura, scienza, filosofia e mito, l’autrice tesse un dialogo continuo tra immaginazione e realtà, pensiero ed emozione.
Leggi l’articolo di critica letteraria uscito su ANSA il 28 aprile 2025 – Clicca qui
“C’è qualcosa di irrimediabilmente umano nell’errore lieve e quotidiano di una tazza appoggiata male, nella distrazione che lascia sul foglio una macchia di caffè. È traccia, tempo che ha avuto il coraggio di depositarsi, testimonianza invisibile del vissuto che attraversa la pagina. “Macchie di caffè sui miei libri”, titolo della raccolta poetica di Stefania Lucchetti, pubblicata per il Gruppo Albatros il Filo, è a tutti gli effetti una dichiarazione poetica. La macchia non sempre si corregge: si accoglie.
Il libro si apre così, in punta di piedi, ma con la forza di chi ha abitato l’ombra e ne ha fatto parola. Ogni componimento è una variazione sul tema dell’imperfezione che rivela, dell’intimità che resiste. È una poesia che non si impone, ma si offre, archetipica nel linguaggio, contemporanea nello sguardo. Ecco, allora, che la scrivania diventa altare, il libro corpo vivo, la macchia preghiera laica. È lì, in quel punto in cui il caffè sfiora l’inchiostro, che comincia il vero racconto: quello che non ha bisogno di essere perfetto, ma soltanto fedele alle emozioni che racconta. […] Identità, maternità, solitudine, desiderio, rinascita: questi temi attraversano la raccolta, annodandosi come fili di un arazzo antico, in cui ogni nodo è una ferita, ma anche un punto di resistenza. La poetica di Lucchetti è una continua trasformazione: ogni dolore diventa soglia, ogni ferita un varco.”
“Il libro offre due beni contrastanti che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi:
Non esiste un vascello come un libro / per portarci in terre lontane /né corsieri come una pagina /di poesia che si impenna.”
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