La scrittrice Stefania Lucchetti nel suo studio (ritratta da Emma Terenzio)
Amore e caos è il titolo di una poesia di Stefania Lucchetti presente nella silloge Macchie di caffè sui miei libri (Albatros, 2024)
Una stanza tutta per sè
di Virginia Woolf è un saggio rivoluzionario di ampio respiro, pubblicato per la prima volta nel 1929. Ha origine da una serie di conferenze tenute dalla Woolf presso i college femminili di Newnham e Girton, due istituti dell’Università di Cambridge. La tesi centrale dell’opera è che, affinché una donna possa scrivere (o dedicarsi in modo significativo alla creazione artistica), deve disporre di indipendenza economica e di uno spazio personale – da qui il titolo “una stanza tutta per sé.”
Virginia Woolf scriveva che, per poter creare, una donna ha bisogno di una stanza tutta per sé. Eppure, non è sempre facile trovare una stanza tutta per sé. Le stanze private non abbondano, soprattutto per chi, come me, ha figli (tre). Soprattutto, non abbondano durante i mesi estivi quando i figli non sono impegnati con la scuola e i loro impegni sportivi.
Una famiglia numerosa è un ambiente complesso. Lo spazio fisico è un lusso, un confine da ridisegnare continuamente tra il rumore e il silenzio, tra le esigenze degli altri e il bisogno di ascoltare se stessi. Trovare non solo il tempo, ma anche un luogo materiale dove coltivare i propri pensieri è difficile e spesso quello spazio si trova in un luogo interiore.
Non avendo la possibilità di ritagliarmi fisicamente uno spazio davvero isolato, ho imparato a crearmelo grazie alla tecnologia: cuffie insonorizzanti per attutire il caos, un luogo fisico e dei pannelli che costruiscono un livello minimo di privacy mentale. E così, in mezzo al frastuono quotidiano, riesco (a volte) a trovare la mia stanza tutta per me. Non fatta di muri e porte, ma di confini invisibili che riesco a tracciare quando ne ho bisogno. Non nego però che il lavoro migliore riesco a portarlo avanti nei mesi in cui i ragazzi sono a scuola, e ho alcune ore a disposizione per concentrarmi solo sul lavoro. Virginia Woolf aveva ragione ed è inutile negarlo.
Ciò che ho dovuto imparare, ed accettare (spesso con fatica e sofferenza, anche questo non va negato) è che in una vita complessa e ampia ci sono momenti di caos e momenti di solitudine. Non sempre quell’alternanza di caos e solitudine vive nelle dinamiche temporali che vorremmo noi.
Non sempre si può fuggire dal caos, e non sempre si può fuggirvi nel tempo che si vuole, ma si può imparare a conviverci, trasformandolo in una risorsa. Il rumore può essere un ostacolo, ma può essere anche una materia grezza da modellare. La mancanza di spazio fisico può diventare (entro alcuni limiti) l’opportunità di costruire uno spazio mentale, più profondo e resiliente e l’incubatore di progetti ed energia da poter utilizzare successivamente.
Dal mio punto di vista, la “stanza tutta per sé” di Woolf simboleggia la libertà creativa, di autonomia emotiva e intellettuale. La vera sfida non è trovarla, ma riconoscerla quando ci siamo già dentro, anche se circondati dal rumore del mondo.
“Whatever you’re meant to do, do it now. The conditions are always impossible” citazione di Doris Lessing (a volte attribuita a Anais Nin)
Il valore della cura
Dal 2019, quando ho lasciato il mio lavoro d’ufficio in grandi studi legali per diventare imprenditrice con un mio studio legale, e poi scrittrice, ho trascorso gran parte delle lunghe vacanze scolastiche italiane al mare con i miei figli. È una delle cose più impegnative che faccio. È estenuante occuparsi della casa e di tre bambini senza sosta, salire e scendere il ripido sentiero verso la spiaggia per settimane, e ritagliare il lavoro nelle prime ore del mattino o nei minuscoli interstizi della giornata.
Dalle fotografie che a volte condivido sui social si vede la bellezza mozzafiato del luogo e i bambini felici. Ciò che invece non si vede è il duro lavoro, la disciplina, l’organizzazione e il sacrificio personale necessari per creare questo tipo di vita. Quando la gente afferma che si può avere una famiglia numerosa e una carriera aziendale, semplicemente non è vero, almeno non senza un supporto e risorse significative a casa. Può forse funzionare con un solo figlio, ma certamente non con tre, e certamente non in Italia, dove la logistica non è orientata al lavoro e le vacanze scolastiche durano tre mesi. Non avevo il tipo di aiuto che sarebbe servito per far funzionare quella scelta. E forse non l’avrei nemmeno voluto.
Perché, per quanto sia difficile e a volte totalmente estenuante, questa è l’unica vita che riesco a immaginare di dare ai miei figli. Il fatto che, trovandomi di nuovo nelle stesse circostanze, sceglierei ancora questa strada non significa che non ci siano ripensamenti, dolore o esaurimento. Significa che cercare di imporre aspettative rigide alle donne e alle famiglie non tiene conto della realtà di cosa sia una famiglia, di cosa significhi davvero prendersi cura dei bambini, di cosa comporti una carriera totalizzante. Significa che non ha senso trattare ogni fase della vita come equivalente a un’altra, o attribuire più valore a un tipo di lavoro rispetto a un altro. Significa anche che l’equilibrio finanziario e lavorativo all’interno di una famiglia non è sempre giusto, uguale o facilmente misurabile.
La verità è che avere figli richiede dedizione e scelte. Richiede anche il sostegno delle istituzioni e della società nel suo insieme, soprattutto di chi sceglie di non avere figli. Invece, tutto ciò che sento sono critiche, giudizi e richieste egoistiche di “luoghi child free”.
Pomeriggi di amore sospeso (Albatros, 2025) Le stagioni e le maree dell’amore coniugale raccontate con voce calda e sensuale.

La poesia è cyberpunk (Albatros, 2025) la nuova silloge di Stefania Lucchetti che reinventa il linguaggio poetico nel XXI secolo
Macchie di caffè sui miei libri (Albatros, 2024): la cartografia emotiva dell’esistenza in poesia
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Stefania Lucchetti, nata a Verona nel 1975, ha pubblicato la sua prima poesia a soli tredici anni, durante un periodo vissuto negli Stati Uniti con la famiglia. Dopo il diploma al Liceo Classico “Dante Alighieri” di Gorizia e la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del S.C . di Milano, ha intrapreso una brillante carriera nel diritto internazionale, esercitando come avvocata specializzata in commercio tra Milano, Londra e Hong Kong, conseguendo numerose qualifiche professionali. Autrice di saggi, è tornata negli ultimi anni al suo primo grande amore, la poesia. Bilingue, scrive e traduce le proprie opere in italiano e in inglese, con uno stile che riflette l’intreccio tra rigore e sensibilità, radici e orizzonti.
Con Albatros ha pubblicato le sillogi poetiche: Macchie di caffè sui miei libri (2024) e Pomeriggi di amore sospeso (2025).
Ha pubblicato anche: Women Breaking Through Leadership, Hong Kong, 2012; The Principle of Relevance- The Essential Strategy to Navigate Through the Information Age, Hong Kong, 2010; Ideas in Reality, Hong Kong, 2011; Dinamiche relazionali e decisionali dei gruppi di lavoro virtuali, Milano, 2024.