Copertina: La scrittrice Stefania Lucchetti nel suo studio a Milano
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Da cosa nasce la Sua ispirazione?
La scrittura, per me, nasce come gesto intimo e necessario: è il tentativo di trattenere ciò che scivola, di trasformare il quotidiano in significato, di offrire una voce a tutti i momenti della vita, anche quelli più confusi e ambigui.
Nei miei testi cerco di dare spazio a tutte le storie, emozioni e pensieri che sfuggono alle narrazioni lineari, ma che custodiscono il senso più profondo dell’esistenza.
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Quindi la poesia è parte della vita ?
Per me la poesia è un atto quotidiano.
È la possibilità di rallentare lo sguardo dentro una realtà che ci costringe per sua natura alla superficialità e alla velocità.
La poesia quindi per me non è evasione, ma un ritorno radicale al presente, un modo per riconnettersi con ciò che accade intorno a sè.
La poesia diventa così un esercizio di resistenza e cura: resistenza contro l’omologazione del pensiero, cura verso se stessi e gli altri tramite l’attenzione. Un atto di presenza che costringe a fermarsi, ascoltare, nominare.
Scrivere significa aprire uno spazio di incontro. Non si tratta soltanto di esprimere la mia voce, ma di generare risonanze nell’altro: chi legge, a sua volta, porta le proprie esperienze e trasforma il testo in qualcosa di vivo e condiviso.
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Lei scrive in due lingue – italiano e inglese
Si, un elemento centrale del mio lavoro è anche la dimensione bilingue. La traduzione non è mai solo trasposizione linguistica, ma un esercizio di attraversamento: permette di scorgere sfumature nuove, di scivolare tra due identità linguistiche e culturali, di mettere in dialogo mondi diversi. Scrivere in due lingue significa moltiplicare gli orizzonti, e al tempo stesso ritrovare una radice comune nell’umano che ci unisce.
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Cosa significa scrivere poesia?
Scrivere poesie è per me un atto di creazione e rivelazione nello stesso tempo. Ogni parola scelta, ogni immagine evocata, cerca di costruire un ponte tra l’anima e il pensiero, un legame che trascende il tempo e lo spazio
Con La poesia è cyberpunk spero di offrire non solo parole, ma anche momenti di pensiero, chiavi di lettura per un universo emotivo complesso.
Ogni sentimento, anche i più intensi e apparentemente scomposti, hanno un posto e una voce diventando parte dell’essere, del fluire, del divenire, con la speranza di toccare corde segrete e risvegliare sentimenti nuovi, nel tempo breve di cui ciascuno dispone.
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Quale senso ha la poesia nel mondo moderno?
In questo mondo di dati, di informazioni, di tempo che scivola via non abbiamo più il tempo di fermarci a pensare. La poesia costringe a fermarsi, per un tempo breve, e riflettere. Quella riflessione concisa, di impatto, porta poi a mantenere un pensiero e un’idea nel corso della giornata.
È per questo che in un mondo dove si legge sempre meno, le informazioni scorrono incessantemente (tema a cui ho dedicato molti pensieri ed un saggio – The Principle of Relevance, pubblicato a Hong Kong nel 2010), lasciando sempre meno tempo per riflettere, la poesia può diventare un rifugio di umanità. La poesia offre un’occasione, breve come il tempo a disposizione, di pensiero profondo condensato, una piccola dosa di filosofia e meditazione, capace di interrompere e hackerare il flusso di informazioni e dati infiniti e spesso superficiali del nostro quotidiano.
La poesia è cyberpunk la nuova silloge di Stefania Lucchetti che reinventa il linguaggio poetico del XXI secolo
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Una rivoluzione poetica che fonde tecnologia, esistenzialismo e lirismo: arriva in libreria La poesia è cyberpunk, la nuova raccolta bilingue di Stefania Lucchetti, pubblicata da Gruppo Albatros Il Filo.
In un’epoca dominata da biotecnologie, intelligenza artificiale e realtà virtuale, dove il confine tra reale e digitale si dissolve, Stefania Lucchetti propone una poesia come atto di ribellione e resistenza umana. La sua voce poetica si stacca dai miti tradizionali e abbraccia una nuova dimensione, quella del cyberpunk: un mondo fatto di reti neurali, algoritmi, e “dark web lirico”, dove l’identità umana lotta per emergere in mezzo a una realtà sempre più distopica.
La poesia è cyberpunk è un viaggio lirico che unisce versi chiari e potenti, capaci di esprimere la fragile lotta dell’anima tra tecnologia e umanità. Lucchetti si fa hacker della cognizione, poeta e ribelle, proponendo una grammatica alternativa e un linguaggio che rompe la punteggiatura tradizionale per dar voce alla profondità dell’essere. Con riferimenti culturali ai padri del cyberpunk come William Gibson e Philip K. Dick, la silloge esplora i nuovi paradigmi dell’esistenza, dal data capitalism alla pervasività digitale, offrendo al lettore uno specchio inquietante e affascinante del nostro presente.
Il libro, edito in italiano e inglese, è anche un omaggio al bilinguisimo dell’autrice, che condivide un dialogo autentico tra due lingue, due sensibilità, due mondi.
Un testo che non solo parla di poesia, ma che la reinventa come strumento di lotta, filosofia esistenziale e resistenza alla deumanizzazione.
Stefania Lucchetti, nata a Verona nel 1975, ha pubblicato la sua prima poesia a soli tredici anni, durante un periodo vissuto negli Stati Uniti con la famiglia. Dopo il diploma al Liceo Classico “Dante Alighieri” di Gorizia e la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del S.C . di Milano, ha intrapreso una brillante carriera nel diritto internazionale, esercitando come avvocata specializzata in commercio tra Milano, Londra e Hong Kong, conseguendo numerose qualifiche professionali. Autrice di saggi, è tornata negli ultimi anni al suo primo grande amore, la poesia. Bilingue, scrive e traduce le proprie opere in italiano e in inglese, con uno stile che riflette l’intreccio tra rigore e sensibilità, radici e orizzonti.
Con Albatros ha pubblicato le sillogi poetiche: Macchie di caffè sui miei libri (2024) e Pomeriggi di amore sospeso (2025).
Ha pubblicato anche: Women Breaking Through Leadership, Hong Kong, 2012; The Principle of Relevance- The Essential Strategy to Navigate Through the Information Age, Hong Kong, 2010; Ideas in Reality, Hong Kong, 2011; Dinamiche relazionali e decisionali dei gruppi di lavoro virtuali, Milano, 2024.
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