Foto: Stefania Lucchetti – in viaggio
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Condivido con voi oggi un bellissimo articolo di critica letteraria uscito ieri su ANSA in relazione a Macchie di caffè sui miei libri, Albatros 2024 che mi ha commossa per la sua profondità:
“Per questo, il lettore ideale della sua parola poetica è qualcuno disposto a sostare, a perdersi, a lasciarsi interpellare. Scrive da una soglia, Lucchetti. La soglia è sempre un luogo scomodo, instabile, ma è anche il solo da cui si può vedere davvero: il quotidiano che si fa simbolo, il mito che si infila in un gesto materno, il caos che genera bellezza. Le sue parole sono ponti, non rifugi. È una poesia che non edulcora il dolore, non lo estetizza per renderlo consumabile. Lo attraversa”
Estratto dall’articolo uscito ieri su ANSA relativamente a Macchie di caffè sui miei libri, Albatros 2024. Leggilo qui > ARTICOLO ANSA https://www.ansa.it/pressrelease/cultura/2025/04/28/macchie-di-caffe-sui-miei-libri-la-cartografia-emotiva-dellesistenza-in-poesia_988526f7-77c7-431e-b90e-3de5f277a053.html
“In fin dei conti, le macchie di caffè, così come le cicatrici dell’anima, non si cancellano: si trasformano in mappe. Indicazioni involontarie, forse, ma preziose. Stefania Lucchetti ha lasciato sulle sue pagine la cartografia emotiva di un’esistenza osservata con radicale onestà. I suoi versi pongono domande che restano, che sedimentano. In un tempo in cui la parola è spesso ridotta a consumo, Lucchetti restituisce alla poesia il suo compito più alto: quello di farci sostare, e pensare.
Sono mappe che ci ricordano che siamo stati, e siamo ancora, attraversati. Se la poesia è un linguaggio che non si può silenziare, allora che sia la macchia, e non la parola perfetta, a guidarci, perché è lì che inizia davvero il viaggio.”
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Il tema del viaggio è particolarmente consono, mi ha colpita perchè rientro proprio in questi giorni da un viaggio con la mia famiglia, bello e faticoso, che mi ha riportata in luoghi, in Asia, che mi sono molto familiari ma che non vedevo da tempo. Il viaggio è qualcosa che conosco da sempre: sia nella sua forma definitiva, quella dei trasferimenti che cambiano la vita, sia nella sua forma più lieve e temporanea, come scoperta, come parentesi.
Da ragazza, al liceo classico, amavo molto una frase di Orazio tratta dalle Epistole (I, 11, v.27):
Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt
(“Mutano il cielo, non il loro animo, coloro che vanno per mare.”)
Con questa espressione, Orazio sottolinea come il cambiamento di luogo non basti a trasformare l’essenza di ciascuno: che la nostra natura più profonda ci segue ovunque, anche quando attraversiamo gli oceani. E’ una frase che ha tanto di vero. Il viaggio sospende e anestetizza: può essere un modo per lasciare indietro ciò che non si vuole affrontare. L’ho vissuto, l’ho osservato da vicino, conoscendo bene persone che per tutta la vita hanno cercato nel viaggio costante una tregua dalla propria inquietudine interiore.
Ma il viaggio è e può essere anche molto di più. Non solo fuga, non solo scoperta: è uno strumento che sa rivelare aspetti inediti di noi stessi, degli altri, della nostra vita. Accade durante il viaggio, quando la distanza ci consente di vedere con occhi nuovi; accade soprattutto al ritorno, quando ciò che ci era familiare appare improvvisamente cambiato, meno scontato, a volte perfino estraneo. Viaggiare, dunque, non è soltanto cambiare il cielo sopra di noi: è cambiare anche qualcosa dentro di noi, a volte impercettibilmente, altre volte in modo irreversibile.
Appuntamenti in libreria
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Il 4 maggio: incontro i lettori presso la libreria Giunti al Punto di Peschiera Borromeo
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Il 15 maggio: incontro i lettori alla fiera del libro di Torino, Padiglione 2 stand L150-M149
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Il 17 maggio: incontro i lettori in Mondadori Milano via Marghera > https://eventi.mondadoristore.it/it/event/2025/05/17/stefania-lucchetti-firma-le-copie-del-suo-libro-macchie-di-caffe-sui-m/19347/
con un breve intervento della giornalista Debora Bionda >