Photo: Stefania Lucchetti portrait by Emma Terenzio
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“C’è un lato di noi che esiste al di là del tempo
Una parte di noi che dimora al di fuori del tempo.”
Estratto dalla poesia “Fuori dal tempo”, Stefania Lucchetti, Macchie di caffè sui miei libri, Albatros 2024, raccolta di poesia contemporanea.
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“Passato e futuro sono diversi. Cause precedono effetti. Il dolore segue la ferita, non la anticipa. Il bicchiere si rompe e in mille pezzi e i mille pezzi non riformano il bicchiere. Il passato non possiamo cambiarlo; possiamo avere rimpianti, rimorsi, ricordi di felicità. Il futuro invece è incertezza, desiderio, inquietudine, spazio aperto, forse destino. Possiamo viverlo, sceglierlo, perchè ancora non è; tutto vi è possibile.. Il tempo non è una linea con due direzioni eguali, è una freccia con estremità diverse” [estr. Carlo Rovelli, L’Ordine del tempo, Adelphi]
In un gioiellino di libro che si chiama L’Ordine del tempo, Carlo Rovelli, fisico, saggista e divulgatore scientifico parla del tempo, del suo significato del suo trascorrere.
Il tempo scorre con velocità diverse, il tempo ha significati diversi, il tempo però è lineare. Il tempo è durata, il tempo è circostanza, il tempo è spazio e attenzione.
E poi ci sono quei momenti che il tempo sembrano fermarlo, il tempo, in cui passato, presente e futuro sembrano trovarsi coerentemente nello stesso momento, sono fluttuanti e sono rari. In quei momenti, ritroviamo parti di noi stessi che sembrano vivere al di fuori del tempo,
“Fuori dal tempo” è una poesia che esplora l’idea di una dimensione interiore che trascende il tempo, un aspetto dell’essere che esiste oltre la linearità, oltre il susseguirsi delle ore e dei giorni. Un luogo interiore che è vasto e senza limiti, una dimensione in cui l’essere non è più vincolato ai confini del corpo o delle circostanze, ma si espande, toccando e abbracciando ogni cosa con grazia. Questa visione di libertà è saggia e senza fretta, una saggezza che vede oltre ciò che il tempo permette di cogliere, comprendendo in modo intuitivo ciò che è “indefinito” e difficile da afferrare nella realtà ordinaria.
Questa dimensione a volte si disconnette dallo scorrere normale del tempo, allontanandosi dalla concretezza della vita quotidiana. In questa dimensione meravigliosa si rischia a volte di smarrirsi, ed allora è necessario trovare la strada del ritorno alla realtà, ma con gentilezza rispettando il bisogno dell’essere di esplorare entrambe le dimensioni, quella temporale e quella atemporale.
La poesia quindi celebra l’armonia tra tempo e atemporalità, un percorso in cui le due dimensioni convivono, arricchendo l’esperienza umana con il contrasto e l’interazione tra ciò che è finito e ciò che è infinito, tra ciò che è istantaneo e ciò che è eterno.
Lo sa lo stesso Carlo Rovelli, che scrive poi: “Forse una radice profonda della scienza è la poesia: saper vedere al di là del visibile.”
Guest Author
In questa edizione parlo di un autore contemporaneo che ho avuto modo di conoscere recentemente: Salvatore Annunziata.
In particolare mi ha colpita la sua poesia Nel Giorno (in “Altro tempo e qualche poesia intorno alla luce“, Peliquot).
Nel giorno, come spiega l’autore stesso, è una poesia che riguarda il rapporto con l’assenza, col vuoto successivo ad un lutto o una perdita: di una relazione quindi con il nostro tempo, non quello di chi ci ha lasciati.
Nel giorno fa parte della sua raccolta edita da Italic Pequod, intitolata “Altro tempo e qualche poesia intorno alla luce“.
“E domani/l’alba/continuerà a farci fidare/del tempo” (Salvatore Annunziata)
Salvatore Annunziata è nato il 29 maggio 1981 a Pompei, dove vive e risiede, ed è autore anche delle raccolte Mondo parallelo (2010) e Dello stesso amore (2013), entrambe edite da Grausedizioni.
Appuntamenti in libreria
Vi offro qualche foto dell’evento in Libreria Giunti al Punto di Sangiuliano dello scorso weekend.