GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Macchie di caffè sui miei libri – Stefania Lucchetti. Intervista alla scrittrice.

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GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Macchie di caffè sui miei libri – Stefania Lucchetti – Il blog del Gruppo Albatros

Interviste da La Redazione

La scrittura ha il potere di dare forma ai pensieri e alle emozioni, trasformandoli in parole che risuonano nell’anima di chi legge. In “Macchie di caffè sui miei libri”, Stefania Lucchetti ci accompagna in un viaggio attraverso la creatività femminile, dando voce ai ricordi, alle passioni e alle sfumature che colorano l’esistenza. Ogni componimento racchiude un frammento di vita, un’istantanea dell’anima che si riflette tra le righe, lasciando tracce indelebili, proprio come quelle gocce di caffè che segnano il quaderno blu dell’autrice. Oggi abbiamo il piacere di approfondire insieme a lei il significato di questa raccolta e il percorso che l’ha portata alla sua realizzazione.

“Macchie di caffè sui miei libri” è un titolo evocativo, che suggerisce un forte legame tra scrittura e vita quotidiana. Come è nata l’idea di questa raccolta e cosa rappresenta per te?

“Macchie di caffè sui miei libri” è una raccolta cresciuta nel tempo, intrecciando versi di epoche diverse. Le macchie di caffè rappresentano tracce imperfette ma autentiche, simboli dei segni che la vita lascia nel suo percorso.  Le poesie incluse nella raccolta sono un dialogo intimo con se stessi, che offre voce a pensieri e sentimenti spesso nascosti tra le pieghe della quotidianità.

Nei tuoi componimenti affronti diverse sfaccettature della creatività femminile. Quali esperienze personali hanno influenzato maggiormente la tua scrittura?

La mia scrittura riflette le molte “vite” che ho vissuto: studi, traslochi tra città e continenti, esperienze professionali, la genitorialità, le gioie e le difficoltà quotidiane. Ogni contesto, spesso complesso, con cui mi sono relazionata mi ha insegnato a cogliere le sfumature dei pensieri, delle emozioni e delle relazioni. Anche le esperienze più silenziose o difficili da definire diventano frammenti di poesia.

Il tuo libro esplora molte emozioni e stati d’animo. C’è un tema che senti particolarmente vicino o che ti ha messo più alla prova durante la stesura?

Uno dei temi più difficili è stato l’ambiguità emotiva legata alla maternità e alla conciliazione tra vita personale e professionale. Poesie come “Eva lavora di nascosto” o “Eva e Lilith” danno forma a questa dualità. Anche l’amore è stato una sfida: presente nella raccolta, ma non esplorato in tutte le sue sfaccettature. Mentre scrivevo questo libro l’amore era un tema ancora in evoluzione per me dal punto di vista dell’espressione poetica, e continuerò ad approfondirlo nei prossimi lavori.

Le immagini poetiche che utilizzi sembrano quasi dipingere i sentimenti su carta. Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?

L’ispirazione nasce dall’osservazione: pensieri, emozioni, comportamenti, cambiamenti.  La letteratura, la mitologia, la filosofia e l’arte creano un sottofondo costante, una scenografia, ma spesso sono le piccole cose a innescare in me ispirazione per una nuova poesia: una conversazione, un dettaglio nella prospettiva, un angolo nascosto del pensiero. Credo che la poesia sia presente in ogni piega della quotidianità, basta avere il coraggio di guardare ogni situazione con occhi nuovi. Le esperienze umane non sempre si concludono con una morale rassicurante; spesso la crescita personale si sviluppa attraverso strati di fatica. Solo guardandosi indietro si scorge la luce di quel percorso, ed è da quella luce che nascono molti dei mei versi.

Cosa vorresti che i lettori portassero con sé dopo aver letto “Macchie di caffè sui miei libri”?

Vorrei che i lettori trovassero nelle mie parole uno spazio sicuro, un luogo dove poter sostare senza fretta. Una breve oasi di pensiero nella vita quotidiana nella quale siamo immersi in un flusso costante di informazioni. Mi piacerebbe che le poesie venissero lette casualmente, mentre si beve un caffè o prima di addormentarsi, e che lasciassero una traccia sottile, uno spunto di riflessione che risuoni anche dopo aver chiuso il libro. Non cerco di donare risposte definitive nei miei versi, ma spero che chi legge possa sentirsi meno solo nei propri pensieri, nelle proprie fragilità, nelle sfumature delle proprie emozioni.

Grazie, Stefania, per aver condiviso con noi il tuo mondo interiore e per averci accompagnato alla scoperta delle emozioni e delle suggestioni che hanno dato vita a “Macchie di caffè sui miei libri”. La tua sensibilità e il tuo sguardo attento sulla realtà ci ricordano quanto sia importante dare spazio ai sentimenti e alla creatività, senza paura di lasciare segni, proprio come le macchie di caffè su un quaderno pieno di sogni. Siamo certi che i lettori troveranno tra le tue pagine riflessioni profonde e spunti per riscoprire il valore autentico delle parole e delle emozioni che esse racchiudono.

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